Sulla to do list di ottobre: sistemare il giardino in vista dell’inverno.
Ottobre é arrivato e quest’anno ho deciso di mettermi al mio primo Inktober.
Ho deciso di seguire l’Inktober di Strangeland, proposto da un artista che seguo ormai da quasi vent’anni (quelle nostalgie les année 2000), Nicoz Balboa.
Il mese di ottobre, con tutte queste challenge di disegno che girano sulle reti sociali, mi é sembra un mese propizio per fare il punto della situazione:
Lavoro a tempo pieno, sono incinta di sette mesi, riuscirò a disegnare mantenendo una cadenza regolare senza andate (ancora) in burnout? Riuscirò ad andare oltre la mia paura atavica del mezzo Instagram e postare roba? Insomma, sono pronta per ricominciare?
Mi sono detta: senza fretta, senza pressione, so che non posso spingere più di tanto ma…. sono stata troppo tempo ferma, sono tutta rattrappita e mi devo stiracchiare. Ho una voglia irresistibile di rimettermi a fare quello che più mi piace (e mi terrorizza) al mondo. La vita é troppo grigia senza, oh sì.
Questi ultimi otto (+) mesi pensavo che la mia vita si stesse sgretolando come un cracker e tutti i bei progetti artistici che avevo (compresa la scrittura di questo blog) sono sfumati e scomparsi dal mio radar per un buon momento. Tenere in mano una matita o pensare di fare un disegno mi scatenava un’ondata d’angoscia terribile… sorpassata solo dall’angoscia datami dal pensiero di essere ricaduta ancora una volta in un blocco creativo.
E’ un loop che conosco molto bene, so che non è ne la prima ne l’ultima volta in cui ci casco… Molta gente creativa (in tutti i campi e in tutte le epoche) ha già conosciuto questo disagio intenso. Ma chi ha fatto questa esperienza ed é riuscito a uscire dal loop sa che per rimettersi in carreggiata ci vuole tempo, gentilezza verso se stessi, accettazione del fallimento e una buona dose di coraggio.
Anch’io ne sono ben consapevole, però é come se ogni volta dovessi re-imparare da capo: trovare di nuovo il coraggio, ricordarmi di nuovo come non essere troppo dura con me stessa, accettare di nuovo un fallimento. Tutto questo é estremamente faticoso… ma è la sola via, non ci sono scorciatoie.
Nel mio processo di guarigione (che dura da qualche mese ed é ancora in atto) mi è stato di inestimabile aiuto il mio Sketchbook Brutto. Un quadernetto da 2 euro, di carta di infima qualità, formato A6, su cui ho disegnato cercando di non guardare alla qualità, ma solo alla quantità: una pagina al giorno, non importa se farà schifo. Questo umile oggettino (che ho amato e odiato a seconda dell’umore del giorno) è uno dei più potenti strumenti che io abbia sperimentato per ridarmi fiducia nelle mie capacità. Mi ha aiutata ad accettare una verità semplice ma spesso dimenticata: puoi disegnare male e non sarà la fine del mondo, quindi disegna il più possibile perché solo così potrai migliorare.
Ho deciso quindi di fare uno “sketchbook tour” molto onesto per mostrare che quando dico che mi sono sentita libera di disegnare “male” intendo dire proprio male. Per mesi. E che va bene così. Per i disegni belli frutto di questo cammino ci sarà tempo, ma adesso ci tengo a condividere questa tappa difficile che ho attraversato, perché può capitare a chiunque e non bisogna lasciarsi abbattere! Per quanto brutto sia ciò che esce dalla tua penna l’importante resta tenere l’energia in movimento, e non il risultato finale.
In questo periodo sto lavorando ad un’impressione su linoleum che sarà la prima di cinque. Quasi un anno fa ho disegnato questa sfinge nel mio sketchbook:
Quando qualche mese fa ho deciso di trasformare il vecchio schizzo in un’incisione ho cominciato a rielaborare un po’ l’idea perché volevo una cosa un po’ diversa dal primo getto. Prima così…
E poi così…
Ho inciso il mio blocco di linoleum tutto in una volta, ci ho messo una buona giornata, dal ricalco al blocco finito.
Quando sarà stampata la tigressa assomiglierà a questa (ma al contrario ; ) …
In questo momento posso dedicare solo un giorno a settimana a questo progetto e quindi sono quasi due mesi che sono in ballo. Ieri ho avuto una risposta positiva da un ragazzo che ha un atelier a Saint-Gilles… Costa un po’ ma c’è anche la possibilità di fare serigrafia. Vedremo, se nel frattempo inizierà una guerra nucleare (ma non credo) allora avremo tutti altri problemi. Baci.
Ieri giorno di sole all’atelier dove sono andata ad imprimere la mia prima serie di linoleum dopo, non so… forse un anno che non toccavo una pressa?
Era il mio solo giorno libero della settimana ma non potevo aspettare. Avevo anche comprato della carta Khadi e non vedevo l’ora di provarla. Avevo tutto il pomeriggio davanti a me… Ma cavolo, se ho avuto problemi con la pressa! In questo atelier da quello che ho capito é utilizzata sopratutto per incisione su metallo e quindi ci ho messo due ore a regolarla per il mio linoleum e senza mai riuscirci davvero del tutto. La pressione o era troppo forte oppure il tamburo non girava a dovere. Anche la carta non ha reagito come mi aspettavo e ha bevuto troppo l’inchiostro, quindi alla fine in cinque ore di lavoro ho fatto un tiraggio minuscolo, solo dieci copie di qualità altalenante. Vabbé, un casino insomma!
Ritornerò fra due settimane per riprendere le stampe che ho lasciato ad asciugare, ma sono già alla ricerca di un’altro atelier con una pressa che si lasci utilizzare più facilmente… é un peccato però, perché a d o r o questo atelier: costa davvero poco alla giornata, c’é tutto il necessario, é luminosissimo, e per tutto il pomeriggio non ho incontrato quasi nessuno (magnifico). Ma se non riesco a stampare non serve a niente ;___;
Vediamo quello che tiro fuori la prossima volta. Ciao ciao ✦
Avrei preferito pubblicare un bel post sui progressi del progetto su cui sto lavorando in questo momento ma, nonostante ci abbia provato varie volte, oggi non riuscivo proprio a mettermi al tavolo da disegno per fare quello che mi ero prefissa di fare (disegnare il soggetto per una incisione su linoleum). Ad un certo punto mi stava veramente venendo l’ansia. Così ho deciso di seguire un consiglio molto sensato per un artista: evitare di sbattere la testa contro il muro sperando di spremerne fuori un’idea… ed invece fare altro, farsi guidare dal caso e dall’inspirazione del momento.
Ho continuato i preparativi per l’orto, rimesso ordine nella mia collezione di cartoline/ritagli/vecchie foto, appeso le tende e tappato con il mantice alcuni dei buchi che ho in casa (ho dei buchi in casa ma lasciamo perdere per ora).
Ah sì, ho anche disegnato un po’ di cose a caso sullo sketchbook. Per 10 minuti, di più non sono riuscita a fare.
Insomma, oggi la mia vena creativa era veramente inaridita. Ma nonostante la Voce (quella che tutt3 noi sentiamo una volta o l’altra) continuasse a spifferarmi frasi maligne (“non ce la farai mai” è un mio grande classico) sono orgogliosa del fatto di mantenuto la calma e di essere riuscita ad avanzare su altre cose che, tra lavoro e attività artistica, lascio sempre un po’ da parte. Per una volta sono riuscita a non lasciarmi andare all’auto-commiserazione e alla procrastinazione dura e pura, stravaccandomi sul letto a guardare video youtube sulla produttività. Anche se con fatica, per oggi sono riuscita ad accettare il fatto che a volte bisogna solo mollare l’osso e abbassare un po’ le proprie aspettative. E non è la fine del mondo, cribbio, si può ancora avere una giornata piena di belle cose.
Anche per l’arte ci sono dei giorni sì e dei giorni no, alla fine è giusto riuscire a dirselo.
Dopo tutto questo tempo ritorno ad aprire un blog alla vecchia maniera, non lo avrei mai detto, mi fa sentire un po’ nostalgica! :’)
Scarabocchia rinasce dalle ceneri. Ho ripreso il nome del primo blog che ho aperto (ormai più di dieci anni fa! Violento colpo di anzianità sulla mia nuca) quando ero ancora in Italia, ma con un idea completamente diversa nella testa. Mi sembrano passati duemila anni. Molte cose sono cambiate in meglio, altre in modo completamente inaspettato, altre invece sono giusto sparite dalla mia vista, lasciate indietro.
Questo blog é il diario di viaggio della mia ripresa dell’attività artistica e creativa. Uno spazio grezzo, diverso dalle reti sociali, dove voglio essere libera di far schifo completamente sincera se necessario. Il lato luccicante e l’eterna fatica dell’apparire sempre al meglio la lascio per altri luoghi di Internet.